Franco Mora è esattamente come i suoi quadri, un tripudio di gioia e colori.

Più volte nel mio blog ho parlato di arte naïf (puoi leggere la mia intervista a Brenno Benatti pittore naïf) e di come si sia diffusa rapidamente attorno agli anni Sessanta-Settanta del Novecento soprattutto nella zona del Po della provincia di Reggio Emilia. La causa di tale diffusione la si deve principalmente all’influenza apportata in quei luoghi dal talento di Antonio Ligabue (qui trovi la storia di Antonio Ligabue e qui un articolo sulla casa Museo di Antonio Ligabue).

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“Estate in campagna” – acrilico su tela

 

Il padre di Franco Mora, Berto, era appunto uno dei pittori che nel 1966 nella bassa reggiana iniziò a dipingere.

La prima volta che ho incontrato Franco e mi ha raccontato la sua storia, la cosa che mi ha maggiormente colpito è il fatto che non si sia mai interessato alla pittura finché il padre era in vita. Il padre dipingeva ma lui aveva altri interessi.

Non credete sia una cosa che capita spesso? Frequentemente si tende a dare scarso valore a ciò che si ha sotto il naso. Un po’ come quando vivi da sempre in un luogo e non ti accorgi delle bellezze che hai attorno talmente sei abituato a vederle.

 

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La visita alla mostra personale di Franco Mora

 

Gli esordi di Franco Mora

Gli esordi di Franco Mora prendono il via da un fatto tragico. Il padre di Franco infatti scompare prematuramente e il giovane Mora, all’epoca ventiquattrenne, si ritrova in casa colori, tele e pennelli che, da quel momento, inizia a guardare con particolare interesse.

Già… è proprio da quel giorno, nel lontano 1973,  che Franco, quasi a voler portare avanti la memoria del padre, inizia quel percorso tra i colori che lo porterà ad essere un artista apprezzato a livello nazionale e internazionale.

Da allora in poi, partendo dalla sua Guastalla, di strada ne ha percorsa tanta Franco, in lungo e in largo, su e giù per la penisola e anche all’estero.

Mora è uno dei pochi pittori naïf che dipinge direttamente sulla tela senza creare un bozzetto. Il tutto parte dalla sua emozione del momento che lui trasforma in una scena che sembra uscire da un mondo incantato pieno di gioia e buonumore. Ancor prima di iniziare, lui quel dipinto già lo vede, lo ha già in testa.

 

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Abitazione privata- Viadana (MN)

 

Le caratteristiche della pittura naïf di Franco Mora

Come ho già avuto modo di dirvi, fino a poco tempo fa non mi ero mai interessata alla pittura naïf. Le mie conoscenze si limitavano ad Antonio Ligabue, ai suoi autoritratti, alle sue tigri. Quando, grazie a Paolo, mi sono avvicinata a questo mondo, ho scoperto che la pittura naïf può essere davvero diversa a seconda che tu guardi le opere di un artista piuttosto che quelle di un altro.

Cosa caratterizza la pittura di Franco Mora? In quali tratti possiamo identificarlo? Cos’è che, quando sei davanti ad un suo quadro, ti fa dire: “Ecco un quadro di Franco Mora!” ancor prima che tu abbia letto la firma?

La pittura di Franco si discosta parecchio da quella del padre Berto. Quest’ultimo aveva uno stile molto più realistico mentre Franco, pur trattando temi reali, li traspone in un mondo fantastico.  Potrai quindi vedere la trebbiatura, la vendemmia o la raccolta delle zucche ma nel suo mondo immaginario le zucche e l’uva potrebbero essere enormi e circondati piccoli omini.

 

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“Il paese dove nascono le zucche giganti” – acrilico su tela

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“L’uva gigante” – acrilico su tela

Gli ombrelli, le lanterne, i velieri volanti e le tende di Franco Mora

Ti capiterà di vedere spesso elementi ricorrenti quali ombrelli, lanterne, velieri volanti e tende trasparenti. Che significato hanno per Franco?

  • Ombrello: l’ombrello ovviamente serve per ripararti dalla pioggia o dal sole. Franco Mora lo usa come metafora di riparo dalle cose brutte della vita. Se tu giri l’ombrello e ti ci metti dentro questo ti permette di difenderti da ciò che ti circonda. Nell’ombrello puoi mettere tutto quello che ti fa stare bene, i tuoi affetti, le tue gioie e viverci dentro lontano dalla realtà.
  • Lanterna: le lanterne, che illuminato i sui dipinti quasi a voler dare speranza a questo mondo, hanno anch’esse la funzione di difesa, di protezione. È per questo motivo che spesso le sue grosse lanterne sono “abitate” da personaggi che, come sotto ad una campana di vetro, vivono al riparo da questa vita.
  • Veliero: anche il veliero, che non vediamo raffigurato in un mare fluttuante ma bensì ondeggiare nel cielo, simboleggia un mondo incantato che ti protegge da ogni pericolo.
  • Tenda: la tenda, sempre rappresentata in modo da far sì che si possa intravedere cosa sta oltre ad essa, rappresenta per Mora la possibilità che, oltre a quel che vediamo, ci sia qualcosa di migliore. Un messaggio di speranza, positività e ottimismo insomma.
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“L’albero delle meraviglie” – acrilico su tela

 

Mora dunque fa vivere i suoi personaggi al sicuro in un mondo governato dal buonumore. Nelle sue opere aleggiano la serenità e la spensieratezza dell’infanzia, quando ancora ognuno di noi non è stato contaminato dalle bruttezze della vita. Lui è rimasto così, un fanciullo che su tele e muri dipinge la sua favola ancora pura.

 

 

Franco Mora e la sua infanzia

L’infanzia di Mora la ritroviamo spesso raffigurata nei suoi dipinti attraverso i giochi del tempo. Così non è raro vedere bambini che volteggiano su altalene appese ad alberi, che si sfidano in una corsa col sacco o che saltellano nel tracciato del gioco della campana o nel salto con la corda.

Momenti di gioia e di felicità che l’artista ha vissuto e che tanto bene ricorda.

Attraverso queste rappresentazioni quei tempi li fa rivivere alle generazioni che quei giochi li ha praticati in prima persona e li fa conoscere a chi quei tempi che sembrano ormai tanto lontani da noi, non li ha vissuti.

 

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I giochi di un tempo – murale

La neve nei dipinti di Franco Mora 

Altro elemento ricorrente è la neve. La neve per Franco Mora ha un fascino irresistibile e lo riporta ai tempi in cui, a differenza degli attuali, scendeva copiosa e gli inverni erano rigidi. Ma se eri un bambino non temevi il freddo e  le intemperie e non avevi paura ad uscire.

Per Franco e i suoi amici gli argini del Po diventavano dunque immense piste da cui scendere sullo slittino o, nel mondo fantastico di Mora, su di un ombrello. E in quei dipinti traspaiono le emozioni di Franco Mora bambino, quei sentimenti ancora incontaminati dal mondo adulto.

 

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“Il fantastico mondo della neve” – acrilico su tela

I murales di Franco Mora

Ciò che ha davvero consacrato Mora nell’olimpo dei naïf è senz’ombra di dubbio il gran numero di murales da lui eseguiti.

Grazie a questo artista infatti le pareti di molte cittadine italiane hanno preso il colore della gioia che i suoi dipinti esprimono.

Mora è l’artista più produttivo, apprezzato e conosciuto in Italia per quanto riguarda i murales.  Il suo primo murale risale al 1976. Questo suo desiderio di dipingere i muri del nostro paese nasce dall’idea di Mora che l’arte debba essere usufruibile da tutti senza il timore reverenziale che infonde la visita ad un museo. Franco cerca il contatto con il pubblico, con la comunità. E con loro condivide il suo mondo pieno di allegria.

Nel 1979 fonda il G.I.M.N. (Gruppo Itinerante Murales Naïf) e, insieme ad altri colleghi, inizia a girare in lungo e in largo la nostra penisola dando il via a questa galleria d’arte a cielo aperto accessibile a tutti. Solo dal 1982 al 1988 verranno realizzati 70 murales.

 

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Murales

 

E se Leonardo avesse avuto un nipote naïf? 

Allegro e solare come dimostrano le sue tele, Mora ama giocare e sperimentare. Per questo motivo si è cimentato nella rivisitazione di svariate opere di alcuni tra i più celebri artisti mondiali chiedendosi come un ipotetico nipote naïf avrebbe interpretato il quadro dello “zio”. Il risultato è davvero divertente. Sono certa che anche Leonardo, Caravaggio e Munch apprezzerebbero.

 

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“…ti avevo avvisato di non prestare Monna Lisa a tuo nipote naïf”

 

In questi giorni Franco Mora è presente con una sua mostra personale alla Chiesa Castello di San Martino dall’Argine (MN). L’esposizione è aperta al sabato e alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 e sarà visitabile fino al 31 marzo 2019.

 

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Mostra personale di Franco Mora a San Martino dall’Argine (MN)

 

Mora non dipinge utilizzando il pennello ma usando il cuore. Dalle sue opere emergono le emozioni che l’artista prova e su quei muri lui, dopo oltre 45 anni di esperienza, continua a scrivere la sua favola.

Mora è una di quelle persone di cui il mondo ha bisogno perché con i suoi colori accende la speranza e porta una ventata di gioia.

Cresciuto respirando l’aria della “bassa” reggiana, quella di Antonio Ligabue, di Cesare Zavattini e di Andrea Mozzali, un’aria che non poteva non stimolare le sue capacità, Mora sostiene che “Naïf si nasce non si diventa. Naïf lo sei nell’animo”.

Bè…ora ve lo voglio svelare… Franco Mora mi ha raccontato che in seconda media venne rimandato in educazione artistica. Voi ci credereste? Io no.

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Mostra personale di Franco Mora a San Martino dall’Argine (MN)