Dalla pittura naïf ai miei ricordi di bambina

 

Come ho già avuto modo di scrivere, fino a poco tempo fa non avevo molte nozioni riguardo la pittura naïf. Conoscevo questo genere di arte in modo vago e approssimativo. Così, allo stesso modo,  non conoscevo Brenno Benatti pur essendo lui un celebre pittore naïf che per giunta vive a pochi chilometri da me. Finché un giorno ho visto quattro suoi acquerelli appesi alle pareti a casa di Paolo. Ritraevano le quattro stagioni e mi hanno colpito talmente tanto da spingermi ad approfondire le mie conoscenze su questo mondo artistico. Quelle donne raffigurate con il fazzoletto in testa e con il grembiule, quegli uomini col panciotto, quelle case col fienile e il porticato mi hanno proiettato nel mio mondo di bambina facendomi rivivere i ricordi d’infanzia legati alla vita di campagna dei miei nonni.

 

 

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Particolari tratti dalle opere di Brenno Benatti

 

Il primo incontro con Brenno Benatti

 

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Mostra personale di Brenno Benatti “Il mio Novecento” – Brescello

 

La prima volta che vidi Brenno Benatti fu in occasione della sua mostra di pittura naïf “Il mio Novecento” tenutasi lo scorso aprile a Brescello. I suoi quadri mi rapirono al punto tale che non solo gli chiesi di creare un dipinto che rappresentasse la mission del mio blog ma anche di poter parlare di lui su di esso, di avere un’intervista inedita in cui avrei potuto fargli le domande che più mi stavano a cuore.

 

Le persone intelligenti e creative sono sempre in ritardo

Il nostro successivo incontro fu a casa sua. Avevamo fissato un appuntamento alle 9,30-10 di mattina di un giorno di festa. Io e Paolo siamo arrivati presso la sua abitazione a Guastalla, dove Benatti è nato e dove ha sempre vissuto, alle 9,30. Ci ha aperto la moglie, la signora Anna, che ci ha invitatati ad entrare dicendoci che avrebbe guardato dove fosse il marito e cercando di scusarsi per il fatto che fosse in ritardo.

Mi sono ricordata di quando frequentavo l’università e un giorno, il mio professore di Grafica e Videcomunicazione, il professore con cui in seguito avrei fatto la mia tesi, perennemente in ritardo ma quella volta più in ritardo del solito, entrò in aula e esordì con queste parole: “Le persone intelligenti e creative sono sempre in ritardo”. Io sorrisi perché in effetti lo penso davvero. Le persone creative non sono metodiche le persone creative sono…creative! Perciò 5 minuti di ritardo a Brenno Benatti erano più che concessi!

 

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Brenno Benatti all’opera

 

“Via Emilia e Dintorni” versione naïf

Gli parlo di cosa mi occupo e di come vorrei fosse il dipinto da inserire sul mio blog. Vorrei rappresentasse l’Emilia Romagna perché è di questa terra che parlerò. Vorrei fosse raffigurata la Via Emilia perché è questa che dà il nome al blog stesso. E infine vorrei ci fosse la mia Fiat 500X rossa perché è con lei che mi muoverò su e giù per la nostra regione per visitare i luoghi di cui vi vorrei parlare. Al resto lascio che pensi lui che è l’artista. Volete vedere l’esito? Vi assicuro che il risultato è una meraviglia! E’ proprio come lo volevo! La mia Emilia Romagna con tanto di via Emilia e la mia 500X che con quel tocco naïf è ancor più bella!

Benatti ci ha aggiunto gli elementi fondamentali su cui verteranno i miei racconti: la cultura rappresentata da un libro e i prodotti della nostra terra adagiati in un paniere. Ha inoltre descritto il nostro territorio con quel modo tutto suo di narrare attraverso le immagini restituendoci così la semplicità e la bellezza delle nostre umili origini contadine. E per finire il tempo rappresentato da una clessidra. Il tempo che passa, il tempo che dedicherò a raccogliere informazioni da condividere con voi, il tempo che mi servirà per metterle nero su bianco, il tempo che voi trascorrerete in mia compagnia. Benatti ha colto appieno quel che io gli ho narrato a parole.

Che ne pensate del risultato?

 

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Il quadro finito