Una domenica al castello di Torrechiara
Un castello come scenografia di una bellissima storia d’amore…
Un castello come scenografia di una bellissima storia d’amore…
L’arte di narrare con le immagini
Brenno Benatti è una persona davvero sorprendente. Ti fermi a parlare con lui così volentieri che ti sembra di essere lì da 10 minuti mentre invece sono passate ore! Il tempo passa senza che tu te ne renda conto. E quella mattina, quando abbiamo realizzato che il tempo era trascorso così velocemente e che era giusto togliere il disturbo, sia io che Paolo lo abbiamo fatto a malincuore. Saremmo rimasti ancora a lungo ad ascoltarlo parlare della sua vita e della pittura naïf.
L’arte naïf
Ebbene sì, lo devo ammettere, è stato Paolo a farmi avvicinare alla pittura naïf. Fino ad allora non la avevo mai considerata più di tanto. Poi un giorno, entrando in casa sua, mi accorsi che tutti i quadri che aveva appeso alle pareti rappresentavano questa corrente pittorica e così abbiamo iniziato a parlare di questa sua passione. Pensate che nemmeno mi ero resa conto che tutt’oggi vi fossero ancora così tanti pittori naïf contemporanei soprattutto nella zona a cavallo del fiume Po.
Dalla pittura naïf ai miei ricordi di bambina
Come ho già avuto modo di scrivere, fino a poco tempo fa non avevo molte nozioni riguardo la pittura naïf. Conoscevo questo genere di arte in modo vago e approssimativo. Così, allo stesso modo, non conoscevo Brenno Benatti pur essendo lui un celebre pittore naïf che per giunta vive a pochi chilometri da me. Finché un giorno ho visto quattro suoi acquerelli appesi alle pareti a casa di Paolo. Ritraevano le quattro stagioni e mi hanno colpito talmente tanto da spingermi ad approfondire le mie conoscenze su questo mondo artistico. Quelle donne raffigurate con il fazzoletto in testa e con il grembiule, quegli uomini col panciotto, quelle case col fienile e il porticato mi hanno proiettato nel mio mondo di bambina facendomi rivivere i ricordi d’infanzia legati alla vita di campagna dei miei nonni.