Quando si parla di viaggi, spesso si pensa a mete lontane, a paesi esotici, ma a volte basta guardarsi intorno per scoprire luoghi sorprendenti, ricchi di storia e autenticità. L’Alta Valle del Tresinaro, nell’Appennino reggiano, tra i comuni di Baiso e Viano, è uno di questi angoli preziosi.

Ho avuto la fortuna di esplorarla durante un blog tour insieme ad altri colleghi, attraversando i Comuni di Baiso e Viano: due giorni alla scoperta di paesaggi spettacolari, borghi antichi, tradizioni locali e sapori genuini. In questo articolo ti racconto il nostro itinerario, tappa per tappa, nella speranza di ispirarti a vivere anche tu questa parte meno conosciuta ma sorprendente della provincia di Reggio Emilia.

Perché ho scelto di partecipare al blog tour nell’Alta Valle del Tresinaro

Da tempo mi dedico a raccontare Reggio Emilia e i suoi dintorni attraverso uno sguardo curioso e autentico. Per questo, quando mi è stato proposto di partecipare a un blog tour nell’Alta Valle del Tresinaro, non ho esitato.

Situata tra dolci colline e piccoli borghi, questa zona offre uno spaccato autentico della collina di Reggio Emilia, fatto di natura, tradizioni e incontri genuini. In questo articolo ti porto con me in questo viaggio, tra sentieri, sapori locali e storie che meritano di essere narrate.

Prima di raccontarti cosa abbiamo fatto in questi due giorni, vorrei presentarti le mie colleghe e collega blogger che mi hanno accompagnato in questa avventura. L’idea di questo blog tour è nata nella mente di Giovanna Emiliana per Passione che in questi luoghi è nata e cresciuta. E’ grazie a lei e al supporto dei comuni di Baiso e Viano se tutto questo è stato possibile.

Oltre a Giovanna a condividere con me questa esperienza c’erano anche Libera di Liberamente Traveller, Iole di Iole on Tour e Ilaria e Filippo di Emiliani a Spasso.

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Tramonto sui calanchi di Baiso

Giorno 1: meraviglie e sapori Bizantini: una giornata tra i tesori di Baiso

Trekking tra i calanchi policromi di Baiso: un paesaggio che sorprende

Immersi in un paesaggio quasi lunare, abbiamo percorso un sentiero che ci ha condotto tra i calanchi policromi di Baiso, un’area naturale unica per i suoi colori intensi e la sua storia geologica antichissima. Tra ginestre in fiore, orchidee selvatiche e affascinanti formazioni argillose modellate dal tempo e dall’acqua, il nostro trekking è stato un viaggio emozionante attraverso milioni di anni di evoluzione del territorio.

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I calanchi policromi di Baiso

Lungo il cammino, ci siamo lasciati sorprendere da panorami mozzafiato, punti informativi e resti di antiche borgate rurali che hanno reso questa escursione non solo rigenerante, ma anche profondamente suggestiva. Ad accompagnarci è stata Terry di Andiamo all’Avventura, guida AIGAE, che, con i suoi racconti, ha reso il trekking ancora più bello e interessante .

Da dove partire e quale sentiero seguire

  • Parcheggia nei pressi del borgo di Casale di Baiso, vicino al punto segnato come “Anello di Ca’ Vai”.
  • Inizia il trekking imboccando il sentiero CAI 632A in direzione Ca’ Vai (inizialmente asfaltato, poi sterrato).
  • Arrivato alla cava e all’area didattica, hai due possibilità di rientro:
  • Sentiero CAI 632A (lo stesso dell’andata): salita costante ma più dolce.
  • Sentiero CAI 632B: più diretto e avventuroso ma con maggiore pendenza.
  • Variante per famiglie: puoi partire dal Ponte Giorgella per evitare il dislivello; il percorso è comunque panoramico ma più accessibile (circa 4 km A/R).

Se vuoi maggiori informazioni su questo percorso ti lascio l’articolo di Terry di Andiamo all’Avventura, molto più ricco ed esaustivo del mio. Sono certa che qui troverai ogni informazione utile per affrontare il percorso.

L’incontro inaspettato con il Mosasauro: un tuffo nella preistoria

Durante il nostro cammino, tra boschi e calanchi, ci siamo imbattute in una sorpresa affascinante: una gigantesca riproduzione di Mosasauro, imponente e inattesa, che svetta nell’area didattica del percorso. Questo antico rettile marino visse oltre 66 milioni di anni fa, quando l’intera zona era sommersa dal mare. Il Mosasauro era un predatore temibile, con un corpo perfettamente adattato alla vita acquatica: pinne al posto delle zampe, un muso allungato con denti aguzzi e una lingua biforcuta.

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Il mosasauro

Il ritrovamento di un resto fossile del suo rostro (la parte anteriore del muso) a pochi chilometri da qui, nell’Ottocento, ha reso possibile la ricostruzione di questo incredibile animale. Una tappa inaspettata e suggestiva, che ci ha ricordato quanto la storia della Terra sia viva e tangibile anche nei luoghi più silenziosi e naturali.

Formaggi di pecora e pranzo in fattoria: i sapori della montagna reggiana

Dopo il trekking, ci siamo spostati all’azienda agricola Calcinara di Cristian Benassi specializzata nella produzione di formaggi di pecora. Qui, tra paesaggi incontaminati e ritmi lenti, abbiamo scoperto i processi artigianali con cui vengono realizzati formaggi a latte crudo di altissima qualità. Il pasto è stato accompagnato dal pane di Bisanzio del formo Allodi di Baiso.

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Il pranzo è stato un vero viaggio nei sapori: tavola imbandita con i loro prodotti, raccontati con passione dai produttori. È stato un momento autentico, in cui il cibo ha raccontato il territorio meglio di mille parole.

L’azienda agricola Calcinara la trovi in via Calcinara 1 a Baiso (Reggio Emilia) Tel. 3381092509

Tra arte e memoria: la casa museo di Vasco Montecchi e il museo diffuso di Castagneto

Nel pomeriggio abbiamo fatto tappa in un luogo inaspettato: la casa museo di Vasco Montecchi, artista e intellettuale profondamente legato a questo territorio. Lì abbiamo potuto respirare un’atmosfera sospesa tra arte e memoria.

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Vasco Montecchi

Incontrare Vasco Montecchi è stato come aprire una finestra su un mondo fatto di passione, forza e umanità. Con il suo aspetto carismatico e la voce calma ma coinvolgente, ci ha accolti nella sua casa-museo e ci ha guidati in un viaggio attraverso la sua arte e la sua storia personale.

Con grande generosità ci ha raccontato della sua vita segnata da emigrazioni e difficoltà economiche nel Dopoguerra, ma anche da un amore incrollabile per l’arte e dal sostegno costante della moglie.

La sua carriera lo ha portato a esporre in città come Monaco, Parigi, Napoli e Strasburgo, senza mai perdere il legame profondo con le sue radici.

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La casa museo di Vasco Montecchi

Un incontro intenso, che ci ha lasciato il senso profondo di quanto l’arte possa essere strumento di resistenza, memoria e speranza.

A seguire, la visita al museo diffuso di Castagneto, dove la storia locale si intreccia con le testimonianze materiali di una comunità che ha saputo valorizzare la propria identità.

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Una delle opere di Vasco Montecchi al museo diffuso di Castagneto

 

Per visitare la casa museo di Vasco Montecchi puoi telefonare al numero 347/7131327 (Lorenzo) e accordarti.

La mostra fotografica di Toschi: uno sguardo d’autore sulla valle

La giornata è proseguita con un altro momento culturale molto intenso: la visita alla mostra fotografica dedicata a Giovan Battista Toschi, storico dell’arte e fotografo figura centrale della vita culturale di Baiso tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.

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L’interno di Ca’ Toschi e ritratto di Giovan Battista Toschi

La sua casa, oggi trasformata in un piccolo ma prezioso centro culturale, ospita una mostra permanente che raccoglie oltre 70 scatti inediti, digitalizzati ed esposti in due sezioni tematiche: una dedicata al borgo di Baiso e ai rilievi circostanti, l’altra una sorta di racconto visivo dell’Italia del tempo attraverso cartoline fotografiche delle principali località turistiche.

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Uno dei taccuini su cui annotava i suoi viaggi

Visitare Ca’ Toschi è stato come aprire una finestra sul pensiero di un uomo che ha saputo coniugare arte, viaggio e memoria, lasciando in eredità al suo paese oltre 1.500 volumi, taccuini, manoscritti e fotografie, oggi patrimonio prezioso per la comunità e per i visitatori.

Puoi visitare la sua mostra permanete presso Ca’ Toschi in via Ca’ Toschi 3 a Baiso. Le visite sono su prenotazione chiamando il n. 339 8030061 (Sig.ra Nelly)

Cena all’acetaia G&G: tradizione e gusto dell’aceto balsamico di Reggio Emilia

Abbiamo concluso la giornata in un luogo sorprendente: l’acetaia G&G, dove la tradizione dell’aceto balsamico di Reggio Emilia incontra l’ospitalità dell’Appennino. Dopo una visita tra botti, profumi intensi e racconti di famiglia, abbiamo cenato immersi in un’atmosfera accogliente, gustando piatti preparati con ingredienti locali e accompagnati – naturalmente – da aceto balsamico prodotto in loco. Un perfetto connubio tra cultura del gusto e passione per il territorio.

L’Acetaia G&G la trovi in Via Borgo Visignolo, 94/A a Borgo Visignolo (Reggio Emilia)

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Giorno 2: tra natura, storia e borghi incantati nel Comune di Viano

Trekking tra le salse di Regnano e Casola: un’escursione tra natura e fenomeni geologici

La seconda giornata del blog tour ci ha portati nel territorio di Viano, dove abbiamo iniziato con un’escursione alle Salse di Regnano e Casola come sempre accompagnati da Terry di Andiamo all’avventura. Questi affascinanti fenomeni geologici, simili a piccoli vulcani di fango, sono una rarità in Appennino e offrono un paesaggio davvero insolito, quasi marziano. Camminare in questa zona è come entrare in un ecosistema a sé, in cui natura e scienza si incontrano creando meraviglia.

A dispetto del nome, questi non sono veri vulcani: ciò che fuoriesce dal terreno non è lava, ma un miscuglio di fango, acqua salata e gas che ribolle a temperatura ambiente.

Qui, in mezzo al silenzio della natura, si può osservare da vicino questo particolare processo geologico, in cui il fango si accumula formando piccoli coni e crateri, da cui emergono bolle e sottili colate. Si tratta di un raro esempio di vulcanesimo sedimentario, legato alla presenza di antiche acque marine rimaste intrappolate nel sottosuolo dai tempi in cui la Pianura Padana era ancora un mare poco profondo, circa 25 milioni di anni fa.

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Uno dei coni di fango della salsa di Casola

Il cono principale della salsa di Regnano è oggi molto largo, segno di un’intensa attività passata, con vere e proprie “eruzioni fangose” che tra il Settecento e l’Ottocento potevano raggiungere diversi metri di altezza. Oggi l’attività è ridotta, ma nelle giornate giuste si può ancora vedere un rivolo fangoso emergere dalle bocche secondarie.

Da lì, il sentiero prosegue verso la salsa di Casola, dove la fuoriuscita di fango è maggiore e forma una piccola polla, creando un paesaggio quasi lunare. Entrambe le salse fanno parte della cosiddetta Via dei Vulcani di Fango, un itinerario di circa 60 km che collega i principali geositi tra le province di Reggio Emilia e Modena.

Da dove partire e quale sentiero seguire

  • Parcheggia l’auto nel centro di Regnano, nel comune di Viano (RE).
  • Raggiungi la Salsa di Regnano facilmente accessibile a piedi dal paese. È il primo punto di interesse del percorso.
  • Per proseguire verso la Salsa di Casola, segui le indicazioni per il Sentiero dei Vulcani di Fango.
  • Cammina per un breve tratto lungo la strada provinciale in direzione Ca’ Bertacchi.
  • All’altezza del polo scolastico, imbocca la strada asfaltata sulla sinistra.
  • In pochi minuti arriverai al borgo medievale di Cortevedola, antica stazione di posta (una sorta di autogrill dell’epoca).
  • Dopo circa 300 metri, il percorso abbandona l’asfalto e svolta a sinistra nei campi.
  • Tornando sull’asfalto, in breve tempo raggiungerai la Salsa di Casola, caratterizzata da una maggiore fuoriuscita e da un piccolo specchio fangoso.
  • Da Casola il rientro avviene sulla stessa strada dell’andata.

Pranzo vista lago all’Osteria del Lago Rio delle Castagne

Dopo questo piacevole trekking ci siamo spostati a San Giovanni di Querciola per il nostro pranzo all’osteria del Lago Rio delle Castagne. Come si evince dal nome c’è un lago il che rende il posto davvero spettacolare.

Questo è un luogo adatto se vuoi staccare la spina e concederti una giornata di relax. Infatti io sarei rimasta volentieri lì se non fosse stato che ci aspettavano altre avventure.

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L’osteria del Lago Rio delle Castagne

L’osteria del Lago Rio delle Castagne offre servizio di:

  • Bar
  • Ristorante
  • Maneggio
  • Fattoria didattica
  • Pesca sportiva della trota
  • Agricampeggio

L’Osteria del Lago – Rio delle Castagne si trova in via Bertolini 13/A a San Giovanni di Querciola – Viano (Reggio Emilia).
Per prenotazioni: Tel. 338 930 2141

Castello Querciola: fortezza medievale e scrigno d’arte

L’ultima tappa di questo fantastico blog tour è stata in questo luogo davvero spettacolare. Quando arrivi a Castello Querciola, quello che vedi oggi è un piccolo borgo silenzioso abitato ormai da poche persone. In realtà, pochi sanno che questo borgo tranquillo e ben conservato, fu fondato nel 980 quindi è antecedente a Matilde di Canossa.

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Il borgo di Castello Querciola

Fu edificato per difendere il vescovo di Reggio Emilia dalle invasioni barbariche che in quegli anni si susseguivano sul nostro territorio.

In seguito, nel 1233, il vescovo, lo donò ad una delle famiglie guelfe sue alleate più fedeli, i Fogliani.

Successivamente, nel 1530, la vedova Fogliani decise di vendere tutto il feudo ad un ricco mercante di Reggio Emilia, Vincenzo Scaioli, che aveva sposato una nobildonna di Reggio della famiglia Sessi.

Quella era l’epoca in cui era prestigioso avere un palazzo di svago fuori dalla città. Per questo motivo questa dimora diventerà la palazzina di caccia della famiglia che la farà affrescare da Lelio Orsi, pittore cinquecentesco originario di Novellara.

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I fregi di Lelio Orsi

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Dopo alcuni anni i Fogliani, pentiti di aver ceduto la proprietà, intenteranno una causa per riprendersi il feudo. Riusciranno ad ottenerlo e lo terranno fino a circa l’unità d’Italia.

Di particolare rilievo sono la chiesa trecentesca dedicata a Santa Maria Assunta dove, all’interno della canonica, si trovano i fregi di Lelio Orsi.

Sotto la canonica è visitabile anche un antico oratorio dedicato alla Madonna del Rosario con, al suo interno, un affresco su muro del 1500 della Madonna con Bambino e Santi.

Chiesa, canonica e oratorio sono aperti solo in determinate occasioni tra le quali la Festa delle Rose che si tiene ogni anno nel mese di maggio.

Borgo 21: un grazioso home restaurant all’interno di Castello Querciola

Tra le case in sasso di Castello Querciola, si trova anche un incantevole home restaurant per accompagnare i tuoi pranzi o le tue cene.

Nella sua piccola saletta sarai coccolato con i preziosi manicaretti che la proprietaria ti farà gustare.

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Home restaurant Borgo 21

Saluti e un arrivederci all’Alta Valle del Tresinaro

I nostri due giorni nell’alta Valle del Tresinaro si sono così conclusi. Sono stati giorni ricchi di esperienze, sapori ma sopratutto emozioni.

Tutto questo è stato possibile grazie alle amministrazioni dei comuni di Baiso e Viano ed è per questo che ci tengo a ringraziare personalmente Fabio Spezzani sindaco di Baiso e Fabrizio Corti sindaco di Viano. Ringrazio inoltre Roberta Ferri, Andrea Barozzi e Greta Fontana.

Un sentito ringraziamento va anche alla mia collega Giovanna di Emiliana per Passione che ha ideato questo progetto per proporlo ai due comuni.

Ringrazio Terry di Andiamo all’Avventura per per averci accompagnato nei due piacevoli trekking.

E infine ringrazio anche le mie compagne e compagno di “viaggio” Libera di Liberamente Traveller, Iole di Iole on Tour e Ilaria e Filippo di Emiliani a Spasso per la loro preziosa compagnia.

Scrivimi nei commenti se anche a te piacerebbe percorrere questo itinerario!